Cosa è il QSV?

I centri storici

I centri storici delle città, ormai da diversi anni, sono oggetto di particolare attenzione da parte di Amministrazioni pubbliche e di studiosi e sulle loro specifiche problematiche, la loro tutela e valorizzazione, ampia è ormai la letteratura e molteplici sono le teorie sorte un po’ ovunque. Essi [wpdm_hotlink id=4 link_label=assumono] notevole rilevanza come “luogo” trasversale, sia dal punto di vista tematico che fisico, in quanto attraversato da numerose problematiche, che vanno dall’energia al paesaggio, dalla mobilità, allo spopolamento.
I nuclei più antichi, sia per la peculiare configurazione urbanistica che li caratterizza, sia per il ruolo di fulcro della vita cittadina che rivestono, mostrano da un lato una serie di problemi, che in altre parti del territorio sono meno presenti, dall’altro notevoli opportunità di sviluppo e di promozione di iniziative che hanno diretta incidenza sulle complessive potenzialità del territorio.
I centri storici sono un bene prezioso da non perdere e costituiscono la vera identità culturale e sociale delle città; in un certo senso “sono” le città stesse. Le periferie, infatti, risultano ovunque simili tra loro e delle loro trasformazioni lo scorrere dei secoli spesso non lascia traccia.
Ogni centro storico è sicuramente una realtà a sé: vi sono centri chiaramente individuabili, magari posti in posizione elevata o arroccata, un tempo connessa a finalità difensive, vi sono al contrario centri storici ormai integrati con il resto del contesto urbano; vi sono centri storici ricchi di motivi di attrattività ed altri assai meno interessanti o attualmente impoveriti, vi sono quelli rimasti intatti e quelli profondamente mutati, quelli decisamente turistici e quelli in funzione prevalente dei residenti e via dicendo. In tale varietà si intrecciano problematiche sia di carattere generale sia più specificamente economico e commerciale.
Vi sono poi diversità di centri storici in funzione temporale (nell’arco dell’anno o della giornata) in quanto mutano i frequentatori abituali, le offerte di servizi, il “clima” che si respira.

La legge regionale n. 12/2008

Per promuovere interventi coordinati ed integrati in materia di centri storici, la Regione dell’Umbria ha emanato la legge regionale n. 12 del 2008.
Essa affronta le problematiche dei centri storici sotto molteplici profili e, in particolare, prevede la redazione, da parte dei Comuni, obbligatoria per alcuni e facoltativa per altri, dei Quadri Strategici di Valorizzazione (QSV).

Gli strumenti previsti dalla legge n. 12 del 2008 possono così sintetizzarsi:

  • Redazione del Quadro strategico di valorizzazione con eventuali Ambiti di rivitalizzazione prioritaria (ARP- art. 4);
  • Facilitazioni all’insediamento della media distribuzione (MSV) e delle attività di somministrazione (art. 5);
  • Possibilità di creazione di esercizi multisettoriali, cioè che riuniscano attività commerciali, di somministrazione, artigianali, ecc.(art. 2 u.c. e 5 c. 1d);
  • Possibilità di convenzioni con canone concordato (art. 5 u.c.) in caso di interventi con contributi pubblici;
  • Interventi vari senza piano attuativo (art. 6 c.1);
  • Previsione di quantità premiali edificatorie (artt. 8-9-10) per ristrutturazioni, delocalizzazione di superfetazioni e soprastrutture (art. 11 c.1), facilitazioni per demolizioni e ricostruzioni (art. 11 c.2);
  • Individuazione di destinazioni d’uso incompatibili (art. 11 c.3);
  • Possibilità di autorimesse sotterranee (art. 11 u.c.);
  • Esonero in taluni casi di contributi di costruzione (art. 12):
  • Facilitazioni per opere di abbattimento di barriere architettoniche e prevenzione di rischio sismico (art. 13);
  • Sostituzione di monetizzazione a cessione obbligatoria di aree (art. 14);
  • Utilizzazione di tutti i vani di edifici per attività anche economiche (art. 15);
  • Possibilità di contribuzione comunale e di locazioni convenzionate di immobili comunali (art. 16);
  • Previsione di centri commerciali naturali tra operatori ed esercizi di prossimità;
  • Contribuzioni regionali per interventi di programmazione, QSV, studi, azioni, iniziative varie.

Il Quadro strategico di Valorizzazione (QSV)

copertina finale

Degli strumenti previsti dalla l.r. 12/2008 il principale è indubbiamente il Quadro Strategico di Valorizzazione del centro storico (QSV).
I QSV sono atti di programmazione in senso lato o meglio processi nell’ambito dei quali devono ricondursi in modo organico e coordinato i vari interventi ed iniziative che, da parte pubblica e dei privati, tendono alla rivitalizzazione, riqualificazione e valorizzazione dei centri storici: non si tratta di un ulteriore strumento urbanistico, né di un piano commerciale o di un programma di sviluppo sociale, ma di una progettualità strategica che deve individuare obiettivi e finalità condivise, in un’ottica di sviluppo nel lungo periodo e la cui realizzazione concreta è demandata non solo al momento pubblico, ma anche ai privati, alle componenti e formazioni sociali coinvolte in prima persona e a tal fine corresponsabilizzate.
Il Quadro Strategico, secondo quanto indicato dalla Regione attraverso le linee guida di cui alla D.G.R. 1 marzo 2010 n. 326, si articola, schematicamente, in quattro fasi:

  1. Fase di preparazione, che culmina con la redazione del “dossier preliminare” e che contiene le analisi, la valutazione delle potenzialità, la definizione preliminare delle idee-forza intorno alle quali ruota il complessivo intervento e la prima ipotesi di Aree di rivitalizzazione prioritaria;
  2. Fase di concertazione, che conduce al “Documento strategico” incentrato non più prevalentemente sugli aspetti di analisi quanto sulle valutazioni e sulle prospettive, attraverso una intensa partecipazione;
  3. Fase di negoziazione, che dà corpo ai progetti, mediante accordi ed intese sia per i profili materiali (strutturali ecc.), sia per quelli organizzativi ed immateriali;
  4. Fase di gestione e monitoraggio degli interventi.

l QSV è eminentemente un processo ciclico tendente ad instaurare un metodo di programmazione concertata.

Il Quadro strategico di Valorizzazione (QSV) dei comuni minori Altotiberini

I Comuni di Citerna, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone e Pietralunga, non rientrano, in forza delle proprie caratteristiche sia demografiche che territoriali, tra i Comuni per i quali la redazione e l’approvazione del Quadro Strategico di Valorizzazione sono obbligatorie. Nonostante ciò, i cinque comuni hanno manifestato l’esigenza di redigere il Quadro Strategico di Valorizzazione, tra l’altro di tipo intercomunale, ossia in forma associata, operazione questa agevolata dalla Regione Umbria, che ha concesso un finanziamento per l’elaborazione e l’approvazione di tale strumento.
Ambito d’intervento del QSV sono i centri storici, intesi in primo luogo come zone A dello strumento urbanistico. Gli interventi, tuttavia, specie quando i centri storici sono di ridotta dimensione, non possono limitarsi a considerare tali ristretti ambiti, ma vanno concepiti in un’ottica d’integrazione nel contesto e trasversalità.
Nel presente lavoro, pertanto, si è deciso di fornire un’accezione ampia di “centro storico”. Quest’ultimo non viene inteso in modo ristretto come “borgo” o parte dell’insediamento connotato dalla presenza dell’edilizia storica, ma piuttosto come “territorio complesso” in cui l’insediamento storico vive insieme al paesaggio, alla campagna coltivata, alla collina, all’insediamento recente, all’industria e alle infrastrutture di comunicazione e di attraversamento.
Inoltre, concentrare l’attenzione e gli sforzi solamente sui “borghi storici” dei cinque comuni, sarebbe limitativo, perché tali centri vivono se vive il territorio circostante di cui fanno parte, come in un organismo umano. Anzi, potremmo assimilare i centri storici, questa volta nell’accezione di “borghi storici”, al cuore dell’organismo, la parte vitale e insostituibile.
Quindi, il riferimento chiave su cui si propone di incardinare tutto il QSV, è quello che vede i cinque borghi antichi come terre di sviluppo e di eccellenza. In questa direzione sembra andare anche il lavoro che la Regione Umbria sta portando avanti: la sopra richiamata legge n. 12/2008, il Patto per lo sviluppo, il Quadro Strategico Regionale, il Piano Urbanistico Strategico Territoriale (PUST), il Piano per lo sviluppo rurale e la normativa sul commercio e sul turismo.

Con apposita convenzione i cinque comuni di Citerna, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone e Pietralunga hanno formalizzato la decisione di dare corso, in forma associata, alla redazione di un Quadro Strategico di Valorizzazione dei rispettivi centri storici. Il Comune di Montone è stato designato come capofila ed il responsabile dell’ufficio urbanistica riferimento operativo.
La scelta di addivenire ad un progetto unico è maturata dalla constatazione di alcune caratteristiche comuni: in particolare si è tenuto conto della circostanza che i territori dei cinque comuni ricadono tutti nel bacino dell’alto Tevere umbro, della conseguente comunanza di gran parte di elementi culturali, storici, sociali e linguistici, della comune vocazione turistica dei borghi, talvolta già sviluppata, talvolta solo potenziale.
Ma l’elemento che forse più degli altri caratterizza i cinque comuni è l’essere di ridotta dimensione, sia demografica sia territoriale, con notevole divario rispetto ai due poli principali dell’area costituiti da Umbertide e di Città di Castello, con le cui problematiche i cinque comuni ben poco hanno in comune cosicché ben difficilmente sarebbe ipotizzabile intraprendere una politica di sviluppo del territorio insieme a questi poli maggiori.
D’altro canto, la ridotta dimensione di ciascuno dei cinque comuni avrebbe reso difficile, dispendiosa e di dubbia efficacia l’ipotetica scelta di redigere dei QSV singoli, proprio perché in questi casi è opportuno mettere in comune ed a sistema le iniziative, le risorse, le potenzialità come ha più volte sottolineato la Regione dell’Umbria nel raccomandare la redazione di QSV intercomunali tra comuni minori.
Queste constatazioni hanno un peso sicuramente maggiore della circostanza che non sempre i cinque comuni possono considerarsi collocati in posizione compatta e ravvicinata come spesso avviene per i QSV intercomunali: se, dunque, magari tra Citerna e Pietralunga ci sono oltre trenta chilometri è indubbio che il centro storico di Citerna abbia problemi più simili a quello di Pietralunga che a quello della pur vicina Città di Castello.
La relativa distanza rende, semmai, questo QSV intercomunale più difficile da sviluppare rispetto ad altri, ma la scelta è sicuramente valida e da essa discende l’impegno a condividere, nell’ambito della programmazione di medio e lungo termine, tutte le azioni e risorse territoriali, culturali e naturalistiche che costituiscono la base su cui fondare lo sviluppo dei relativi territori in un’idea comune e condivisa.

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